I decespugliatori provvisti di un motore a scoppio sono di due tipi: a due oppure a quattro tempi. I propulsori a due tempi scandiscono soltanto due fasi nella loro attività. E necessitano di essere riforniti con una miscela di olio e benzina. Mentre le versioni a quattro tempi si caratterizzano per riprendere le caratteristiche dei motori di cui sono dotate le automobili. Per cui danno vita a quattro fasi: l’aspirazione, la compressione, scoppio/espansione ed espulsione dei gas di scarico. Vengono riforniti con la benzina normale. L’olio che viene immesso circola quindi in via del tutto indipendente, nello svolgimento dell’attività di lubrificazione del motore.
La miscela per i decespugliatori a due tempi si ritiene indispensabile, al fine di consentire la lubrificazione necessaria delle parti nevralgiche del motore nonché la carburazione. Ogni casa produttrice prescrive di realizzare il composto in una certa maniera. La maggior parte di esse indica che la miscela deve risultare con una percentuale di olio compresa tra il comprese tra il 3% e il 5%. Si ricorda che un carburante troppo ricco di olio comporta l’emissione di un quantitativo di fumi di scarico eccessivo, oltre a provocare dei danni alla candela. Potrebbe per di più condurre il motore ad ingolfarsi. Mentre una miscela composta in prevalenza di benzina genera troppa energia, senza la necessaria lubrificazione, a tal punto da poter provocare il grippaggio del motore.
Quale olio utilizzare per il proprio apparecchio?
Innanzitutto occorre distingue le tipologie di olio che esistono sul mercato:
- Olio minerale – Si produce tramite un processo di raffinazione del petrolio, senza ricevere particolari lavorazioni.
- Olio sintetico – Anch’esso si realizza a seguito di una serie di attività di trasformazione del petrolio. Tuttavia, la raffinazione risulta più evoluta, in quanto determina l’eliminazione di numerose impurità.
- Olio semi-sintetico – Si tratta di un compromesso fra le due soluzioni.
L’olio minerale si considera grezzo ed economico, in quanto contiene ancora diverse impurità. In occasione della combustione si ritiene responsabile dell’emersione di incrostazioni. Che potrebbero danneggiare alcune parti del motore. Inoltre è un elemento molto sensibile alle basse temperature, a tal punto da ghiacciarsi appena si scende sotto zero.
Mentre l’olio sintetico si considera il migliore sotto ogni profilo, sebbene risulti costoso. Non lascia praticamente alcun deposito a seguito dell’attività del motore. L’olio semi-sintetico infine risulta un compromesso fra le due tipologie precedenti.
La preparazione della miscela
In merito alla preparazione della miscela, va realizzata mediante il compimento di una serie di passaggi. Occorre prima di tutto precisare che una volta realizzata, si ritiene esposta a subire dei processi di deterioramento. Che iniziano circa dopo trenta giorni dal momento in cui si è interrotta l’attività dell’apparecchio. Per cui è opportuno produrre dei quantitativi non eccessivi di miscela, bastevoli soltanto per il tipo di lavoro che si vuole eseguire. Prima di immettere il contenuto dentro il serbatoio è bene contribuire in modo incisivo al mescolamento dei due ingredienti. In quanto la pompetta di collegamento tra il contenitore e il motore potrebbe pescare parte del carburante ancora non mescolato, innescando dei processi sfavorevoli all’interno del motore. Si ricorda infine che i due elementi, dal punto di vista chimico, cercano di separarsi.
E’ preferibile preparare la miscela avvalendosi di un piccolo contenitore graduato, allo scopo di realizzare il composto in maniera precisa. Nel caso si volesse fare una miscela al 5% si dovrebbero immettere cinquanta millilitri di olio per ogni litro di benzina. Quando si utilizzano dei recipienti di dimensioni esigue, le quantità da utilizzare sono indicate in modo proporzionato alla percentuale che si deve rispettare. Dopo aver disattivato l’apparecchio, in conclusione, è preferibile rimuovere i residui di miscela e custodirli altrove, per non favorire l’emersione di incrostazioni.