Le versioni di decespugliatore maggiormente diffuse sono dotate di un motore a scoppio. E si distinguono dagli apparecchi provvisti di un propulsore elettrico principalmente per il fatto di incidere maggiormente in occasione delle lavorazioni. Inoltre, sono in grado di mantenere elevato il tenore degli interventi, avendo a disposizione una maggiore potenza. A loro volta si possono differenziare tra gli esemplari su cui vengono montati motori a due tempi da quelli che invece risultano a quattro tempi. I primi devono essere riforniti con una miscela di olio e benzina. Nei loro confronti il carburante svolge una duplice funzione: lubrificazione e carburazione. Mentre i propulsori a quattro tempi riprendono il funzionamento dei motori classici, quindi pongono in essere quattro fasi: l’aspirazione, la compressione, l’espansione e l’emissione dei gas di scarico. La funzione lubrificante in essi avviene in maniera autonoma. Si avvalgono di conseguenza di una benzina normale.
Quando si realizza la miscela di olio e benzina, la quantità delle componenti varia in base alle prescrizioni della casa produttrice. Di solito l’olio deve attestarsi ad una percentuale compresa tra il 2% e il 5% del composto. La maggior parte dei decespugliatori a due tempi necessitano di una miscela al 4%. Per realizzare al meglio la miscela è necessario avvalersi di una tanica di benzina, di un misurino e di olio per motori. Una volta realizzato il composto si ricorda che è necessario mescolare bene le due sostanze, perché chimicamente sono portate a disunirsi. Inoltre, al termine di un lavoro, nel caso si decidesse di sospendere l’utilizzo del decespugliatore per un periodo di tempo prolungato, si dovrebbero rimuovere i residui di miscela. Perché è soggetta a deteriorarsi oltre a provocare delle incrostazioni.
Il rifornimento del decespugliatore
I modelli a due tempi devono ricevere una miscela costituita di olio e benzina. Il carburante si preleva in un normale distributore. E’ opportuno inserirlo all’interno di una tanica di alluminio. In quanto la plastica potrebbe venire alterata dalla benzina, nel caso inavvertitamente la custodia ricevesse l’azione diretta dei raggi solari o si trovasse nelle vicinanze di una fonte di calore. Per quanto riguarda le versioni a quattro tempi è necessario rifornirle soltanto con della normale benzina verde. Per quanto riguarda la loro lubrificazione, avviene in maniera separata. Quindi l’olio si immette in un apposita sezione, da dove poi scorre nei circuiti di lubrificazione.
Per quanto riguarda l’olio, sul mercato è possibile trovare tre tipologie differenti: sintetico, minerale e semi sintetico. Il primo è quello consigliato, in quanto è sottoposto ad un processo di raffinazione accurato, quindi risulta privo di impurità. Una condizione che comporta una serie di benefici per il motore. Il suo costo, tuttavia, è piuttosto elevato.
L’olio minerale invece è una sostanza grezza, ricca di impurità, in grado di lasciare molti residui all’interno del motore. Per di più sotto il profilo chimico non reagisce bene alle basse temperature, rischiando addirittura di ghiacciarsi. Infine l’olio semi sintetico rappresenta una sintesi fra le due tipologie descritte. E potrebbe essere una scelta valida nel caso non si volesse spendere eccessivo danaro.
Consigli utili
Si ricorda di custodire il carburante all’interno di ambienti consoni. In particolare devono risultare spazi freschi, all’interno dei quali non arriva l’azione diretta della luce solare, lontani da eventuali congegni elettronici o apparecchi che generano calore. Al fine di mantenere intatte le proprietà del carburante è opportuno chiudere bene i tappi dove è custodito. Per quanto riguarda la miscela invece si deve fare in modo di preparala in occasione di una lavorazione e di evitare di custodirla troppo a lungo, perché è soggetta a dei processi di deterioramento, in grado di farle perdere le sue qualità principali.